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Per tutto l'oro del mondo

Autore: Alfredo Ronci
Testata: Il paradiso degli orchi
Data: 10 novembre 2015
URL: http://www.paradisodegliorchi.com/Per-tutto-l-oro-del-mondo.26+M5b5b7982d32.0.html

Ditemi il perché Carlotto insiste con un personaggio come l’Alligatore. Intanto diciamo agli incolti cos’è, anzi, chi è l’Alligatore. E’ una sorta di investigatore privato, in realtà un pezzo unico della malavita del nord, che si diverte (diciamo così) a mettere sotto pressione la delinquenza del posto (con un occhio di riguardo alla criminalità del Veneto) e a cercare di far quadrare, alla fine, i conti. Nome? Marco Buratti. E ripeto la domanda. Perché mai il il Carlotto insiste con un personaggio come l’Alligatore? Perché, considerando come vanno avanti le politiche editoriali del noir, l’unico modo per far respirare la criminalità del nostro paese è quello di farla vivere rispecchiando le logiche che dominano il mondo. Cioè? Diciamo… la realtà più ovvia e veritiera. Carlotto non fa altro che descrivere con una certa precisione quello che accade nel nostro paese (quello che ci accade) contornandolo poi con un leggero, ma mai falso, stile letterario che ha pochi eguali nell’ambiente circostante. Mettiamoci dunque il suo amore per il blues, quello classico e quello classico per chi ama il genere e spesso ne fa una questione di vita. Mettiamoci dunque l’amore per una cantante che si esibisce in modesti ritrovi per incalliti personaggi e che sembra un po’ ricordare altre situazioni e altri autori del noir più consolidato. Mettiamoci pure, in questo preciso caso, il figlio della vittima che ingaggia il Buratti offrendogli 20 centesimi di anticipo (non ci crederete, ma questo mi sembra l’elemento letterario più riuscito dell’intera vicenda). Insomma metteteci quello che vi pare ma soprattutto, tenete presente che questo libro affronta anche uno dei misfatti più in voga in alcune zone del nostro paese: le rapine nelle ville che spesso sono il nervo scoperto di tutto un sistema malavitoso. Dunque godetevi il libro, perché è scritto bene, perché è attuale (forma indovinata del noir più consolidato) e soprattutto perché è opera di un autore che non prende il genere come un gioco del destino, ma un affare tutto sommato ancora da dipanare. Come nel migliore dei casi.