Le avventure di una sessantottina
Alice cresce a Latina, ultima di sette figli. Secondo i genitori dovrebbe occuparsi di loro, ma sono gli anni sessanta e lei ha ben altro per la testa. A sedici anni diventa maoista e si mette con un siciliano ventottenne che ha già un bambino; per andare via di casa lo sposa ancora prima dell’esame di maturità e va a vivere con lui prima a Cisterna e poi a Napoli. Qui i due aderiscono a Lotta Continua; lei oltre alle attività di volantinaggio davanti alle fabbriche studia lettere e finisce per separarsi dal marito. In Molotov e bigodini (e/o) Amedea Pennacchi rievoca la propria giovinezza tra trasgressione, impegno politico, letture, scoperta del sesso, collettivi femministi, viaggi in autostop, momenti di felicità e momenti di depressione. Ironico, pungente, per nulla autocelebrativo, un romanzo di formazione di grande interesse anche per le nuove generazioni, così lontane da quel modo libero di rapportarsi al mondo.