“La storia di quattro vite, dagli anni Sessanta ai nostri giorni, diventa uno straordinario veicolo romanzesco per raccontare la nostra marcia da sonnamboli verso la catastrofe. Siamo davanti a un libro che agita questioni di urgenza vitale con un’intelligenza informata e un’impressionante efficacia narrativa. Iniziate a leggerlo e vi sfido a lasciarlo perdere”.
Emmanuel Carrère
Berkeley, 1973. Dipartimento di dinamica dei sistemi. Quattro giovani ricercatori lavorano al rapporto IBM360, alias “Big Baby”. I risultati sono senza appello: se la crescita industriale e demografica non rallenta, il mondo così come lo conosciamo collasserà in meno di un secolo. Nella squadra ognuno reagisce a modo suo: i coniugi Mildred e Eugene Dundee decidono di salire sul ring per allertare l’opinione pubblica; Paul Quérillot pensa solo alla carriera e sfrutta la catastrofe a suo vantaggio; Johannes Gudsonn, enigmatico genio della matematica, addirittura si dà alla macchia. Alcuni dicono che sia impazzito. Cinquant’anni dopo, un giornalista si mette sulle sue tracce. Lo insegue fino a un fiordo sperduto in Norvegia, nel silenzio delle foreste scandinave, in cerca di risposte sulla predizione che gli ha cambiato la vita per sempre… Attraverso il ritratto potente di una generazione che ha conosciuto ogni strada e ogni deriva, Abel Quentin offre una satira feroce di un mondo che balla sull’orlo dell’abisso.
Abel Quentin
Abel Quentin è un romanziere e avvocato. Dopo Sœur (selezione Prix Goncourt 2019) e Il Veggente d’Étampes (Prix de Flore, selezione Prix Goncourt e Prix Renaudot 2021), nel 2024 ha pubblicato I quattro che predissero la fine del mondo, con il quale ha vinto il Prix des Libraires Points-Nancy ed e arrivato in finale per il Prix Renaudot.