Marzo 2022. In diretta davanti a migliaia di fan, una giovanissima influencer si uccide lanciandosi dal ballatoio di Palazzo Pitti. Cresciuta nella Roma bene, Argentina portava sulle spalle una carriera di ricoveri psichiatrici e una di successo sui social, costruita proprio sull’onda di patologie e cure: era la portavoce della Generazione R, del Rehab o Recovery, parole chiave della ripresa dalle malattie mentali. Una generazione senza certezze, figlia di genitori ricchi e infelici, eterni adolescenti capaci di parlare solo il linguaggio dell’egoismo e della violenza.
A indagare sulla ragazza e sul suo mondo c’è la testa calda della polizia fiorentina: la commissaria Valeria Mancuso, cento chili di puro rancore dal trucco perfetto. Mossa dal senso di colpa, si avvicina all’inchiesta anche Elisa Bernabei, l’algida psichiatra di Argentina. Le due donne, la dottoressa e la commissaria, sono il giorno e la notte. Eppure c’è una storia che le unisce, di amicizia, dolore e non detti…
Generazione R è un giallo sugli amori tossici dell’era digitale, leggero e ironico alla lettura, ma capace di scavare in profondità nel nostro oggi.
Con il sostegno del MiC e di SIAE,
nell’ambito del programma “Per Chi Crea”
Alessandra Pomilio
Alessandra Pomilio, psichiatra e psicoterapeuta, è nata in Abruzzo, ha conseguito la laurea a Pisa e si è specializzata a Roma. Ha debuttato come autrice teatrale a 17 anni e, come sceneggiatrice, ha vinto nel 2015 il Premio Carlo Bixio (Rai e Mediaset). Nello stesso anno ha realizzato come produzione indipendente La Rana delle Favole, web serie di cui è anche regista, ora disponibile su YouTube. Durante la specializzazione ha unito le sue due passioni realizzando spettacoli teatrali presso la UOC di Psichiatria del Policlinico di Tor Vergata. È stata articolista e intervistatrice per la rivista di psicoterapia sistemico-relazionale La notte stellata. Nel 2023 con Generazione R è arrivata finalista al Premio NebbiaGialla nella categoria romanzi inediti. Considera i suoi due lavori come uno solo: usare le parole per curare e sollevare l’anima. Per questo l’umorismo per lei non è solo un terzo mestiere, ma un dovere morale.